TERAPIE VESTIBOLOABLATIVE NON CHIRURGICHE
Nella minoranza di casi in cui le crisi vertiginose recidivano
nonostante adeguata terapia medica, si può far ricorso a
trattamenti distruttivi della funzione labirintica, che eliminino
pertanto le improvvise e temporanee crisi vertiginose che
caratterizzano le crisi idropiche della MdM.
Tali pazienti venivano avviati ad una terapia chirurgica
ablativa, quale la neurectomia vestibolare selettiva, nei
casi con funzione uditiva discretamente conservata, oppure
labirintectomia, nei casi con ipoacusia grave.
Negli ultimi 10 anni, sfruttando la nota ototossicità
della gentamicina, si stanno conseguendo tuttavia risultati
altrettanto brillanti quanto quelli della chirurgia, ma con
minore invasività, complicanza intracranica, costo irrisorio
rispetto ad ogni soluzione chirurgica.
Sia dopo terapia chirurgica ablativa che dopo iniezione
transtimpanica di gentamicina si consiglia la somministrazione
di betaistina per facilitare il fenomeno di compenso
vestibolare.
Il trattamento con gentamicina è efficace nella prevenzione
delle crisi vertiginose maggiori, mentre occorre
rimarcare il fatto che non può condurre a nessun beneficio
sui sintomi uditivi e sulla loro eventuale evolutività: pertanto
la gentamicina può inscriversi nel percorso terapeutico
della MdM, ma non può sostituirsi alla terapia farmacologica
a lungo termine.
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